Riad, Diplomazia e Affari: l'Ucraina Sparisce dai Radar? L'Urlo dell'Arte che Scuote le Coscienze

Posted by alessandro butera on

A Riad, in Arabia Saudita, le delegazioni di Stati Uniti e Russia si sono incontrate. Un evento di per sé significativo, ma reso ancora più clamoroso da un'assenza: quella dell'Ucraina e, con essa, dell'Europa. Un'assenza che pesa come un macigno e che solleva interrogativi inquietanti sul futuro del conflitto e sugli equilibri geopolitici globali.

Sotto i riflettori della diplomazia internazionale, il Segretario di Stato americano Marco Rubio, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Ron Waltz e, a sorpresa, l'immobiliarista Steven Witkoff, hanno incontrato la delegazione russa, guidata dal Ministro degli Esteri Sergei Lavrov e dal consigliere del Cremlino Yuri Ushakov. A fare da cornice, l'ospitalità saudita, con il Ministro degli Esteri e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale nel ruolo di mediatori.

Ma cosa si sono detti, concretamente, americani e russi? Le dichiarazioni ufficiali parlano di un'agenda focalizzata sul "gettare le basi per una futura cooperazione", con un occhio particolare alle "opportunità economiche e di investimento" che potrebbero aprirsi dopo la fine della guerra. Si accenna a "concessioni" reciproche, a una "normalizzazione" dei rapporti diplomatici, con la possibile nomina di Richard Norland ad ambasciatore USA a Mosca e il ripristino del personale nelle rispettive ambasciate. "Tutte le parti devono fare concessioni", ha ammesso Rubio. Mentre Lavrov si è detto convinto che "la parte americana abbia iniziato a comprendere meglio la nostra posizione".

Eppure, a margine degli incontri ufficiali, ecco spuntare figure come Kirill Dmitriev, a capo del fondo sovrano russo, e lo stesso Witkoff. Un dettaglio che, unito al titolo del Sole 24 Ore – "Ottimismo sui mercati dell'energia. E' come se la tregua a Kiev ci fosse già" – alimenta il sospetto che, a Riad, si sia parlato molto di affari, e molto meno del destino dell'Ucraina. La Visita di Zelensky in arabia saudita, infatti è slittata.

Un'Ucraina che sembra, di fatto, scomparsa dai radar. Un'assenza che, insieme a quella dell'Europa, apre scenari inquietanti. Le cancellerie europee, sono in allarme. Macron si affanna a convocare vertici, ma, oltre a vaghe promesse di maggiori spese militari, non sembra emergere una strategia condivisa.

Un Grido nel Silenzio: "L'Urlo di UKRAINE"

Ed è in questo vuoto di prospettive, in questo silenzio assordante che circonda il destino dell'Ucraina, che l'opera di Alessandro Butera, "L'Urlo di UKRAINE: Scontro tra Titani", si impone con la forza di un grido.

 

Quest'opera non è solo un'immagine: è una denuncia. È la rappresentazione viscerale di una tragedia che si consuma sotto gli occhi di un mondo distratto, o peggio, complice. Butera ci mette di fronte alla brutalità di un conflitto che non è solo scontro tra eserciti, ma lotta per la sopravvivenza di un popolo.

Due gorilla, simboli ingombranti di Stati Uniti e Russia, si ergono su una mappa dell'Ucraina, calpestandola. L'Occidente, con i suoi simboli – la bandana, le protezioni, persino un perizoma a stelle e strisce – da un lato; dall'altro, la Russia, con una bandiera che mescola l'eredità sovietica e i colori attuali, e la scritta "USSR" tatuata sul braccio, come un marchio indelebile.

E l'Ucraina? Schiacciata, ridotta a un campo di battaglia, a un nome scritto a grandi lettere, quasi un urlo soffocato. Un urlo che le macchie rosse, presagio di sangue e di morte, rendono ancora più straziante. E poi, lo sfondo: città in rovina, fiamme, fumo. La cruda realtà della guerra, che nessuna diplomazia, nessun accordo economico può cancellare.

"L'Urlo di UKRAINE" è un'opera che non lascia indifferenti. Scuote, commuove, provoca. È un invito a non dimenticare, a non accettare la logica della forza e del cinismo. È un appello alla coscienza di ognuno di noi. Mentre a Riad si gettano le basi per il "dopo", quest'opera ci ricorda che il "durante" è fatto di dolore, di distruzione, di vite spezzate. E ci impone una domanda: quale futuro può esserci, per l'Ucraina e per il mondo, se si continua a ignorare questo grido?


Alessandro Butera Italian Art Atelier since 2014

Alessandro Butera Italian Art Atelier since 2014