
"The Cry of UKRAINE: Clash of Titans", un'opera d'arte digitale di Alessandro Butera, è molto più di una semplice immagine: è un grido visivo, una straziante rappresentazione del conflitto che sta lacerando l'Ucraina. Un'opera che non si limita a mostrare la guerra, ma la fa sentire , penetrando nell'anima dello spettatore.
La scena è dominata da due imponenti gorilla, incarnazioni di forze geopolitiche opposte. Il primo, avvolto nei simboli degli Stati Uniti d'America – bandana, protettori, persino un perizoma a stelle e strisce – rappresenta l'Occidente e il suo coinvolgimento nel conflitto. Il secondo, che stringe una bandiera che fonde l'iconografia sovietica con i colori della Russia moderna, e con la scritta "URSS" tatuata sul braccio, evoca il fantasma di un impero passato, ma la cui ombra incombe minacciosa sul presente.
Questi moderni titani si fronteggiano in un duello che è sia fisico che simbolico. Non si contendono una mappa, come in altre rappresentazioni: ci stanno sopra. L'Ucraina, qui ridotta a un campo di battaglia, è letteralmente calpestata, il suo nome - "UCRAINA" - scritto a caratteri cubitali, quasi un grido soffocato, un'identità schiacciata sotto il peso dello scontro. Le macchie rosse che la punteggiano sono foriere di sangue, di dolore, di vite distrutte.
Lo sfondo di città in rovina, fiamme e fumo nero è la cornice di questa tragedia. Non è solo un elemento scenico, ma il simbolo tangibile delle conseguenze devastanti della guerra: distruzione, morte, disperazione. Un monito contro la follia della violenza e dell'odio.
"The Cry of UKRAINE: Clash of Titans" è un'opera che scuote, che commuove, che fa riflettere. È un atto d'accusa contro l'indifferenza, un invito ad affrontare la realtà della guerra e a non dimenticare il suo costo umano. È un'opera d'arte che parla al cuore, un'opera d'arte che va vista, capita, condivisa.
L'opera viene spedita arrotolata in un tubo