Quando la scenografia diventa arte: l'anima astratta di Sanremo
Il Festival di Sanremo è una sinfonia di musica, emozioni e spettacolo. Ma c'è un elemento che spesso rimane dietro le quinte, eppure contribuisce in modo fondamentale a creare l'atmosfera magica di questo evento: la scenografia. Un'arte silenziosa che, parallelamente alla storia dell'arte, si trasforma nel tempo, riflettendo i cambiamenti culturali e sociali del nostro Paese.
Dagli albori alla rivoluzione del colore
Nelle prime edizioni, il palco di Sanremo era un palcoscenico sobrio, quasi un foglio bianco pronto ad accogliere le note e le parole delle canzoni. Le scenografie, essenziali e funzionali, ricordano le scenografie teatrali degli anni '50, con una predilezione per il bianco e nero e per forme geometriche semplici. Un'impostazione che, per certi versi, richiama le prime sperimentazioni dell'astrattismo, con artisti come Mondrian che riduce la realtà a linee e colori essenziali.
A partire dagli anni '60, con l'avvento della televisione, le scenografie di Sanremo si fanno più elaborate e spettacolari, con un'esplosione di colori, luci e materiali. La scala centrale, elemento iconico del palco sanremese, fa la sua comparsa nel 1964, diventando il fulcro di coreografie যাmancano. Un'evoluzione che riflette il clima di ottimismo e di sperimentazione tipica di quegli anni, e che parallelamente trova riscontro nella Pop Art e nelle nuove tendenze artistiche. Basti pensare alle opere di Andy Warhol, con i suoi colori vivaci e le immagini ripetute, o alle sculture cinetiche di Calder, che giocano con il movimento e la luce.
Il trionfo della tecnologia e l'emozione pura
Negli anni '80 e '90, le scenografie di Sanremo si fanno sempre più tecnologiche e spettacolari, con l'utilizzo di luci robotiche, laser e schermi giganti. L'attenzione si sposta dall'elemento scenografico in sé all'effetto sorpresa, all'impatto visivo, in linea con l'estetica postmoderna e con la cultura dell'effimero. Ma è negli anni 2000 che si assiste a un cambiamento di rotta: le scenografie, pur rimanendo tecnologicamente avanzate, si fanno più sobrie ed eleganti, con un'attenzione particolare alla valorizzazione degli artisti e delle loro performance. Un'evoluzione che riflette un cambiamento di gusto estetico, più orientato alla ricerca di contenuti significativi e di un'esperienza visiva ed emotiva coinvolgente.
Sanremo 2024: un'ode alla bellezza classica e all'innovazione sostenibile
Le scenografie dell'edizione 2024, firmate da Gaetano e Maria Chiara Castelli, si ispirano alle grandi cupole della storia dell'architettura italiana, come quella del Pantheon a Roma. Un omaggio alla bellezza classica, reinterpretata in chiave contemporanea con un'attenzione particolare alla sostenibilità e all'innovazione tecnologica. L'eliminazione dei tradizionali ledwall a favore di una scenografia tridimensionale sottolinea la volontà di creare uno spazio scenico coinvolgente e immersivo, capace di valorizzare al meglio le performance degli artisti. Un'attenzione alla luce e allo spazio che ricorda le opere di Lucio Fontana, con i suoi "tagli" e le sue "buche" che aprono nuove dimensioni visive.
Sanremo 2025: un ponte tra classico e futuristico
Le scenografie dell'edizione 2025, ideate dall'architetto Riccardo Bocchini , si ispirano alle grandi cupole della storia dell'architettura italiana, come quella del Pantheon a Roma. La struttura, chiamata "Techno Hall", è caratterizzata da linee pulite e armoniose, con pareti che si muovono in tre dimensioni. Un omaggio alla bellezza classica, reinterpretata in chiave contemporanea con un'attenzione particolare alla sostenibilità e all'innovazione tecnologica. L'eliminazione dei tradizionali ledwall a favore di una scenografia tridimensionale sottolinea la volontà di creare uno spazio scenico coinvolgente e immersivo, capace di valorizzare al meglio le performance degli artisti. Un'attenzione alla luce e allo spazio che ricorda le opere di Lucio Fontana, con i suoi "tagli" e le sue "buche" che aprono nuove dimensioni visive.
Conclusioni: Sanremo, specchio dell'arte e della società
La storia delle scenografie del Festival di Sanremo è un viaggio affascinante attraverso l'evoluzione del gusto estetico e delle tecniche sceniche. Un percorso che riflette le trasformazioni culturali e sociali del nostro Paese e che ci svela come l'arte e lo spettacolo siano intimamente legati al contesto storico e culturale in cui si sviluppano. E come l'emozione, non importa se essa nasca da una canzone o da un'opera d'arte astratta, sia un linguaggio universale capace di connettere gli esseri umani al di là del tempo e dello spazio.